QUANDO ERO MOLTO PICCOLO SOLO POCHISSIME CASE IN PAESE AVEVANO L’UTENZA DELL’ACQUEDOTTO E PER TUTTE LE ESIGENZE QUOTIDIANE BISOGNAVA QUINDI ANDARE ALLA FONTANA PIU’ VICINA. PER I PIU’ FORTUNATI SI TRATTAVA DI FARE SOLO POCHI PASSI; TUTTI GLI ALTRI INVECE DOVEVANO SGOBBARE AVANTI E INDIETRO CON VARI TIPI DI RECIPIENTI, TRA I QUALI C’ERA LA “QUARTARA“, UN CONTENITORE DI LAMIERA ZINCATA A FORMA DI DUE CONI ROVESCIATI CON UN MANICO LATERALE.
ERAVAMO NOI BAMBINI ALLA FINE A FARE LA SPOLA TRA CASA E LE VARIE FONTANE DEL PAESE CHE SI TROVAVANO NELLA PIAZZA, A S.LUCIA, S.VINCENZO, S.ANTONIO E IN VIA CASAMASSELLA. PER FORTUNA L’ANDIRIVIENI SI RIDUCEVA DI MOLTO DURANTE L’INVERNO QUANDO ARRIVAVANO LE TANTO ATTESE PIOGGE. IL MOTIVO? L’ACQUA PIOVANA, CADENDO SUI TETTI A TERRAZZA TIPICI DELLE MIE ZONE, RIEMPIVA LE CISTERNE SCAVATE SOTTOTERRA CHE SI TROVAVANO ADIACENTI ALLE ABITAZIONI O CHE ERANO ADDIRITTURA POSIZIONATE AL LORO INTERNO.
SE IN TAL MODO SI RISOLVEVA IL PROBLEMA DELL’ACQUA RIMANEVA PERÒ SEMPRE IL GRANDE RISCHIO CHE DENTRO A QUELLE GRANDI VASCHE POTESSERO FINIRCI I BAMBINI PIÙ PICCOLI. ECCO ALLORA CHE, FIN DALLA PIÙ TENERA ETÀ, NELLA NOSTRA IMMAGINAZIONE FACEVA LA SUA COMPARSA “U LIMICU”, L’ ESSERE OSCURO E MOSTRUOSO CHE VIVEVA ALL’INTERNO DELLE CISTERNE E CHE ERA SOLITO TRASCINARE NEI SUOI MEANDRI INFERNALI TUTTI I BAMBINI CHE SI AVVICINAVANO TROPPO AI BORDI.
COSÍ, GRAZIE AL TERRORE CHE “U LIMICU” SUSCITAVA IN TUTTI NOI, I NOSTRI GENITORI RIUSCIVANO A TENERCI SEMPRE LONTANI DA CISTERNE E POZZI DI CAMPAGNA.
ANTONINO RUBRICHI
CISTERNE DI ACQUA PIOVANA ADIACENTI ALLE ABITAZIONI
POZZI DI ACQUA SORGIVA, ALCUNI ORMAI IN DISUSO, NELLE CAMPAGNE DI UGGIANO LA CHIESA E MOLTO DIFFUSI IN TUTTO IL SALENTO. TRA I PARTICOLARI IMPORTANTI, SIA LE CISTERNE CHE I POZZI, SONO STATI INTERAMENTE SCAVATI A MANO, PER TIRARE SU L’ACQUA NON SI USAVA UN NORMALE SECCHIO, MA LA “CALETTA” ( UN RECIPIENTE DI LAMIERA ZINCATA CON IL FONDO CONCAVO E NON PIATTO, PER CONSENTIRGLI DI ROVESCIARSI APPENA CALATO IN ACQUA E DI RIEMPIRSI) .